Biblioteca Aldo Luppi
Tutti al mare

L’ambiente di duna è caratterizzato da piante psammofile adattate a crescere su sabbie più o meno consolidate, in un contesto in cui si aggiungono anche altri fattori di stress quali la scarsità di acqua dolce, l’attività abrasiva della sabbia sulle foglie e, sulla costa, la presenza del sale e, come ovunque, dell'uomo.

Non è una pianta rara, ma è esclusiva di un habitat, la sommità delle dune vive, estremamente vulnerabile a causa del disturbo antropico sulle dune vive.
Parcheggiare sulle dune o, ancora peggio rimuovere queste piante, toglie stabilità alle Dune che sono l'unico ostacolo all'erosione e alle ingressioni marine durante le mareggiate.


Meno comune la bella Calystegia soldanella (Convolvolo delle spiagge) (foto Di Aomorikuma(あおもりくま) - Aomorikuma original Photograph, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=7266688). Puoi vedere un tipico adattamento di molte piante psammofile confrontando le foglie di questa pianta con il congenere Vilucchione che trovi nei prati: ha un lungo rizoma stolonifero, necessario per la ricerca di tracce di umidità e, grazie ad esso, rimane saldamente aggrappata al terreno nel quale è immerso. Adattata per contrastare gli effetti della sabbia trasportata dal vento, è caratterizzata da fusti striscianti, lunghi fino a 50 cm, che si ergono verso l'alto solo nella parte terminale, spesso quasi totalmente ricoperti dalla sabbia circostante. Le foglie, dalla consistenza coriacea, sono carnose consentendo l'accumulo di riserve d'acqua.

Ancora in questa fascia troviamo, lo Xanthium italicum, Nappola italiana (fotoDi Forest & Kim Starr, CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=6167274), i suoi frutti uncinati per aggrapparsi alla pelliccia degli animali e assicurarsi la dispersione, restano spesso attaccati ai nostri asciugamani. Si tratta di specie alonitrofila, cioè che si sviluppa sfruttando i materiali nutritivi prodotti dalla macerazione delle sostanze organiche portate dalle mareggiate sulla battigia (piccoli pesci, pezzi di legno, piccoli gasteropodi.

Spostandoci nella zona delle Dune più consolidate troviamo l'Eryngium maritimum o Calcatreppola marina (foto Di Teun Spaans - Self made picture, CC BY 2.5, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=2621791). È una pianta erbacea perenne, coriacea e spinosa, dotata di un robusto rizoma, con fusti di colore grigio-verde.
Le foglie sono coriacee, con margine spinoso, di colore grigio-verde con tonalità azzurrine. In epoca elisabettiana, le radici candite di questa pianta venivano vendute come dolci chiamati eringoes. Si riteneva avessero proprietà afrodisiache, e proprio in questo senso vengono citati da Falstaff ne Le allegre comari di Windsor di Shakespeare.

Spesso, vicino a questa pianta puoi trovare l'Echinophora spinosa o Finocchio litorale spinoso (foto Di Nanosanchez - Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=28086685). Grazie al suo rizoma, serpeggiante e lungo fino a un metro e necessario per la ricerca di tracce di umidità, rimane saldamente aggrappata al terreno.
La specie, semisucculenta (grassa), presenta peculiarità comuni ad altre piante che proliferano nell'ambiente marino, in grado di sopportare la salsedine e i venti salmastri, capace di trarre nutrimento dai composti organici depositati sulle spiagge dalle maree. La parte aerea si secca in inverno e, grazie al vento costiero, rotola disperdendo i semi, in modo simile, anche se non altrettanto coreografico ai tumbleweed, i cespugli rotolanti di Salsola , che si vedono in molti film ambientati in zone desertiche americane. Da noi, sulle dune embrionali, è presente la Salsola kali che si comporta allo stesso modo e in alcune località è chiamata strega delle sabbie.

Nello stesso ambiente incontriamo due specie di Silene: la conica e la colorata. (foto silene colorata di Robert Flogaus-Faust / CC BY (https://creativecommons.org/licenses/by/4.0)).

Lasciando la spiaggia probabilmente passeremo tra i piumini di Lagurus ovatus (foto di By User:Tigerente - Own work, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=819756), sui quali spesso, in estate, vediamo attaccate le lumachine in estivazione (una sorta di letargo nei mesi caldi e siccitosi che l’animale intraprende ritirandosi su uno stecco o su un ramo lontano dal suolo arroventato dal sole e rallentando il proprio metabolismo in attesa del ritorno della pioggia.).

Tornati a casa, insieme alla sabbia, potremmo facilmente trovare, attaccati agli asciugamani o alle scarpe, i semi del genere Cenchrus. Esattamente come forse accadde durante la seconda guerra mondiale: la Nappola perenne, originaria del Nord America, fu infatti probabilmente introdotta proprio prendendo "un passaggio" sugli anfibi dei soldati americani.
Per quanto riguarda i libri vi propongo la lista di lettura a cura della Biblioteca del Centro Idea "Educare alla Natura"
https://bibliofe.unife.it/SebinaOpac/list/educare-in-natura/421221263707