Biblioteca Aldo Luppi
La biblioteca di mezzanotte di Matt Haig

Matt Haig è malato: lo dice apertamente, l'ansia e gli attacchi di panico esplodono tra un senso di inadeguatezza e una nevrosi fin da quando era giovanissimo.
I suoi romanzi sono per lui una terapia. In "Gli umani" (un libro di fantascienza dove la fantascienza è solo una scusa) ha affrontato gli effetti degli attacchi di panico;
In "Come fermare il tempo" l'ossessione per la perdita degli affetti.
Con questo nuovo libro affronta la sua depressione e l'idea del suicidio.
Lo fa con un romanzo non triste e non pesante, un libro che fornisce un percorso per portarsi alla giusta distanza dalla convinzione di aver fallito tutto, dai rimpianti che non consentono di vivere il presente.
Poche fantasie sono più diffuse dell'idea che potrebbe esserci una seconda possibilità in una vita già vissuta, una sorta di reset magico in cui gli errori possono essere cancellati, i rimpianti affrontati, le scelte alterate.
La protagonista del romanzo percorre tutte queste vite alternative e in questo processo trova una via di liberazione dalla depressione differente dalla morte.
Come tutti i romanzi di Matt Haig è un racconto ben scritto e scorrevole ma anche un testo di filosofia e un manuale di self help, per chi si sente incastrato in una vita a fondo chiuso.
"Di tanto in tanto alziamo lo sguardo dal luogo in cui siamo perché, in qualunque posto ci troviamo, il cielo sopra di noi si estende all'infinito".