Nastagio degli Onesti (Decameron, 5, 8): rivisitare Giovanni Boccaccio
Mercoledì 28 maggio 2025, ore 17

Biblioteca Ariostea Via delle Scienze, 17 Ferrara
Conferenza di Claudio Cazzola
Corre l’anno di grazia 1350, nel cui mese di settembre la confraternita fiorentina di Orsanmichele, nella persona dei suoi Capitani, incarica Giovanni Boccaccio di recarsi a Ravenna per consegnare un presente di dieci fiorini d’oro a tal Suor Beatrice (nomen omen!), ospitata nel convento di Santo Stefano ubicato in quella città. La visita resta celebre nella memoria storiografica degli studi danteschi, considerato che il nome anagrafico della religiosa corrisponde a quello di Antonia Alighieri figlia del Poeta, la quale in tal modo riceve una sorta di risarcimento postumo dell’esilio coatto imposto al padre insieme con la sua discendenza maschile. Eppure questa non è l’unica volta in cui Boccaccio frequenta quei luoghi, bensì la terza: nel triennio 1345-1347 infatti egli è ospite dapprima presso Ostasio da Polenta e, successivamente, nella magione signorile del forlivese Francesco Ordelaffi. Si tratta dunque di una conoscenza autoptica del contesto romagnolo, intrecciata saldamente con il tessuto della Commedia tanto amata, ricopiata, commentata e diffusa sia a voce sia per iscritto, al punto da potersi fregiare, nei secoli, del titolo di Divina da lui stesso assegnato al sacrato poema. Tra gli omaggi molteplici del certaldese al Maestro spicca la novella ottava della quinta giornata compresa nel Decameron, che già nella formulazione incipitaria richiama la località di Chiassi (ovvero Classe, di dantesca memoria: Purgatorio, canto ventottesimo), cui segue la scelta, non certo casuale, dei nomi di casate nobiliari coinvolte nel dramma narrato già menzionate nella medesima cantica (14, v. 107). Epperò è l’intero universo narrativo che rimanda continuamente al modello dantesco, raccolto intorno al tema della «caccia infernale», tanto che questa novella può essere considerata la “dantesca” per antonomasia in virtù di una riscrittura prettamente originale.
Se ne propone la rilettura in occasione della ricorrenza del seicentocinquantesimo anno dalla dipartita dell’Autore (1375-2025).
A cura del Gruppo Scrittori Ferraresi APS
- Conferenze e Convegni
- 28-05-2025