Biblioteca Ariostea
Presentazione di Gianni Venturi
PresentazioneCentro Studi Bassaniani di Ferrara
di Gianni Venturi
Co-Curatore
Non si può prescindere, nel presentare lo scopo e la funzione del Centro Studi Bassaniani di Ferrara, dal non riferirsi alle parole che Portia Prebys gli ha dedicato all’atto della sua donazione nel dicembre del 2014: “Il principale scopo della mia recente donazione al Comune di Ferrara per creare il Centro Studi Bassaniani è di mettere a disposizione del pubblico tutto il materiale da me raccolto negli ultimi quarantacinque anni riguardante Giorgio Bassani e riportato nella bibliografia [La bibliografia delle opere di Giorgio Bassani, Edisai Edizioni, Ferrara, 2010, 2 volumi]: circa 7500 cartelle contenenti scritti su Bassani, in diciotto lingue, dal 1935 ad oggi; circa 1000 cartelle contenenti gli scritti di Bassani da varie fonti; circa 1000 varie edizioni di opere di Bassani in italiano e altre lingue; e circa 5000 libri riguardanti la letteratura, la storia e l’arte del Novecento italiano.”
Un lavoro impressionante per la massa di materiale raccolto e che il fruitore potrà già da ora consultare qui di seguito. Un primo passo in attesa che la sede diventi operativa aprendosi alle visite e alle consultazioni. Probabilmente si inaugurerà il Centro Studi Bassaniani nell’autunno 2015.
Come sottolinea Portia Prebys: “Il nuovo Centro Studi Bassaniani da me fondato assieme al Co-Curatore, Gianni Venturi, aprirà nel centro storico di Ferrara, nella Casa Minerbi-Dal Sale, in Via Giuoco del Pallone, 15-17, alle spalle della famosa Biblioteca Ariostea, in Via delle Scienze, 17, una zona di Ferrara urbanizzata a partire dal X secolo. La famiglia Minerbi compare nella città già nel 1205. Questo vasto complesso edilizio di origine medioevale era di proprietà Minerbi dal XIX secolo, e del Comune di Ferrara dal 1995. Ora, malgrado i terribili terremoti in Emilia-Romagna del maggio del 2012, questo meraviglioso gioiello è finalmente pronto ad ospitare enti culturali cittadini dopo diversi anni di lavori di restauro conservativo e consolidamento.”
Il Centro Studi è dunque un tassello di una prestigiosissima concentrazione di centri culturali e delle loro biblioteche (primo fra gli altri l’Istituto di Studi Rinascimentali, con la sua biblioteca specializzata di più di tredicimila volumi) che opereranno all’interno di quegli spazi straordinari impreziosita dai lacerti di uno dei più straordinari cicli d’affreschi trecenteschi, fondamentale tappa per la conoscenza della storia dell’arte a Ferrara e non solo. La storia della famiglia e del rapporto che unì Giorgio Bassani all’ultimo proprietario Giuseppe Minerbi è raccontata dalle vicende stesse della vita culturale ferrarese, ma ancor più dalla dedica dell’Airone, forse il libro più innovativo dello scrittore. Da casa Minerbi sono passate le figure più straordinarie della vita sociale e culturale ferrarese. Ne è testimone un frequentatore assiduo di quella casa, Paolo Ravenna. Qui nacque e si diffuse la sezione ferrarese di Italia Nostra, la grande Associazione fondata, assieme alla figlia di Benedetto Croce, da Giorgio Bassani. Qui si tenevano raffinati concerti spesso su quell’organo “positivo” che ritornerà ad abbellire la grande Sala dei Vizi e delle Virtù. Qui infine si ritroveranno le testimonianze della storia di una città che ha saputo in tanti secoli imporre una visione nuova e originale della già straordinaria cultura italiana e nello stesso tempo ebraica.
Per rendere visibile qual’era lo stile di vita di una grande famiglia israelita prima della Shoah verranno riproposti nelle sale dedicate a Bassani uno spaccato di un interno ferrarese dove avrebbe potuto vivere Micòl o il narratore del Giardino dei Finzi-Contini ma anche l’ambiente dove a Roma Giogio Bassani visse gli ultimi ventitre anni della sua vita tra le stampe del suo amatissimo Piranesi, i quadri- compreso il bellissimo ritratto che gli fece Carlo Levi-e le suppellettili di cui amava circondarsi.
Un luogo dunque che diventa testimonianza di una vita e di una cultura. Quella grande borghesia di provincia che non ha nulla da invidiare quanto a raffinatezza e “sprezzatura” agli ambienti delle grandi capitali culturali italiane.
Questo è stato l’intento della donazione Prebys: restituire a Ferrara ciò che il grande scrittore si portò con sé come immaginario e come cultura della sua “éducation sentimentale” ferrarese.